Il fico d’India è un iconico simbolo dell’Italia Meridionale, con una buccia spinosa e pungente, ma che racchiude al suo interno un vero e proprio tesoro di nutrienti.
Il fico d’India (Opuntia ficus-indica L.), a differenza di quel che dice il suo nome, è originario del Messico e non dell’India e appartiene alla famiglia delle Cactaceae la stessa del cactus. Le piante appartenenti a questo genere preferiscono i climi caldi e asciutti, per questo si è ben adattato e diffuso nei paesi Mediterranei.
Il fico d’India è un frutto multicolore, la polpa può essere arancione, verde, bianco, giallo, rosso, ogni sfumatura dipende da una maggiore o minore concentrazione di alcune sostanze (clorofilla, betalaine e carotenoidi).
Dal punto di vista nutrizionale è un frutto mediamente calorico, circa 53 kcal /100g ed è ricco soprattutto in zuccheri come il fruttosio, mentre il contenuto di proteine e grassi è scarso. Per questa sua caratteristica è un frutto a medio-alto indice glicemico. Tuttavia, ha un alto contenuto in fibre che riducono l’assorbimento degli zuccheri e per questo può essere consumato anche dai diabetici, anzi viene addirittura considerato un frutto anti-diabete.
Tutte queste fibre presenti, sono fibre insolubili, in particolare pectine, che a contatto con l’acqua si rigonfiano, aumentando la massa fecale. Per questa ragione, il fico d’India è un aiuto per regolarizzare il transito intestinale in presenza di stipsi. E ricordiamoci sempre che le fibre aumentano il senso di sazietà aiutandoci a mantenere il peso forma.
Questo frutto è ricco anche di minerali e vitamine, in particolare Vitamina C, calcio, fosforo e potassio ed è povero di sodio, rendendolo un alimento consigliabile per chi soffre di ritenzione idrica o ipertensione.
Come detto in precedenza, la diversa colorazione del fico d’India dipende dalla presenza di alcuni pigmenti e molti di questi sono antiossidanti. Gli antiossidanti del fico d’India combattono i radicali liberi, proteggendo le cellule e in particolare le betalaine (responsabili del colore rosso), riducono il colesterolo cattivo LDL e proteggono il cuore.
Il consumo di fico d’India è sconsigliato in presenza di ipersensibilità al frutto o anche per chi soffre di diverticolosi, a causa dei semini presenti nel frutto che possono rimanere intrappolati nei diverticoli aumentando lo stato infiammatorio.
Questo frutto può essere consumato fresco, una volta rimossa la buccia, ma grazie al suo alto contenuto in zuccheri e pectine è perfetto per ottenere delle confetture del tutto naturali.
Un’idea di colazione sana e nutriente è con due fette di pane di segale, su cui spalmare una mousse di ricotta e confettura di fico d’India, ottenuta semplicemente amalgamando insieme i due ingredienti. Sarà come mangiare una piccola cheesecake al mattino, ma del tutto sana e poco calorica.
Dottoressa Chiara Glicerina