L’autunno è ormai arrivato, le temperature si sono abbassate e con questa stagione sopraggiungono i primi malanni e un po’ di spossatezza. In questo scenario arrivano i cachi o kaki per darci energia e una giusta ricarica di vitamine e sali minerali.
I cachi sono dei frutti arancioni dolcissimi, carnosi e fibrosi appartenenti alla famiglia delle Ebenaceae.
Sono frutti coltivati comunemente in regioni calde del mondo come la Cina, la Korea, il Giappone, Brasile, Turchia e Italia.
Molto spesso si tende a consumare poco questo frutto, perché considerato troppo zuccherino e calorico o semplicemente perché “fa ingrassare”. Nulla di più sbagliato. Non sarà certo mangiare un cachi che ci farà ingrassare, ma mangiarlo ci farà prevenire numerose patologie.
I cachi sono effettivamente frutti relativamente calorici (100g forniscono 65-70kcal), ma sono un elisir naturale di salute.
Sono costituiti da acqua per l’80%, da zuccheri per il 16-18%, mentre il contenuto di proteine e grassi è irrisorio, buono è il contenuto in fibre (tanto che questo frutto è un rimedio naturale contro la stitichezza). Queste proprietà nutrizionali rendono questi frutti indicati soprattutto per i bambini, gli anziani e gli sportivi che hanno bisogno di un po’ di forza e vitalità.
Come detto già prima è un frutto molto ricco in sali minerali e soprattutto in Potassio: circa 170mg su 100g, questo conferisce al frutto delle proprietà diuretiche. Oltre al Potassio, sono presenti altri minerali, ma in minor quantità, come il Sodio, il Selenio, il Magnesio e il Manganese.
I cachi sono anche ricchi in Vitamina C e ß-carotene, precursore della vitamina A.
Numerose sono le molecole bioattive presenti in questi frutti: carotenoidi, tannini (da cui deriva il sapore astringente se il frutto non è ben maturo), fenoli, proantocianidine e catechine. Ma cosa sono le molecole bioattive? Quale ruolo hanno? Sono importanti? In realtà sono importantissime. Sono proprio questi composti che permettono ai cachi di avere proprietà benefiche.
I cachi proteggono il nostro cuore. In che modo?
Le sostanze bioattive elencate prima sono in grado di abbassare il colesterolo e la pressione sanguigna. Questo si traduce in più salute per il nostro cuore.
Molte di queste molecole sono antiossidanti che proteggono dai radicali liberi, questo si traduce in una naturale protezione per la nostra pelle e in una rigenerazione della stessa, rendendola sana e giovane. Ma non dimentichiamo come questo forte potere antiossidante conferisca ai cachi anche delle proprietà antitumorali.
Infine, i Cachi che per molto tempo sono stati demonizzati per il contenuto zuccherino, sembrerebbero avere proprio delle proprietà antidiabetiche. Infatti, recenti studi hanno evidenziato come le sostanze bioattive siano in grado di aumentare una risposta insulinica nei pazienti affetti da diabete di tipo 2.
Questo non vuol dire, ovviamente, avere un consumo smoderato di cachi, soprattutto quando si è affetti da diabete, ma significa non eliminare totalmente dalla dieta questo frutto dalle numerose proprietà e benefici, ma introdurlo nella nostra dieta in maniera equilibrata e sana.
Essendo molto zuccherino è sempre consigliato mangiarlo di prima mattina, quando il nostro corpo ha bisogno di zuccheri ed energia o dopo un’attività sportiva, proprio per rifocillare le nostre scorte di glicogeno.
Al mattino una buona colazione a base di cachi è il chia pudding.
Per il pudding abbiamo bisogno di 1 vasetto di yogurt greco o un bicchiere di latte di mandorle (a seconda dei nostri gusti). Aggiungeremo al latte o allo yogurt 1 cucchiaino di semi chia e lo lasceremo riposare in frigo per almeno un’ora o volendo anche una notte intera. In questo modo i semi di chia assorbiranno il latte o lo yogurt gonfiandosi e dandoci molta più sazietà. Successivamente apriremo un cachi, estrarremo la polpa e la schiacceremo su un piattino ottenendo così una composta. A questo punto verseremo a sul fondo di un barattolo o di una tazza la composta di cachi, poi a strati il latte o lo yogurt con i semi di chia, aggiungeremo una spolverata di cannella e un cucchiaino di granella di nocciole. Il pudding è pronto per essere gustato.
Dottoressa Chiara Glicerina